Per Grazia Ricevuta

tableaux vivants dall'opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio

con Antonella Parrella, Gaetano Coccia, Francesco Ottavio De Santis

messa in scena Teatri 35

debutto aprile 2011, Somma Vesuviana

Trorchio Spazio per le Arti

Morbidi drappeggi e muscoli tesi. Lame, frutti e odore d’incenso.

Attori come attrezzisti, scenografi e modelli del pittore.

Piume e pesi in sospensione.

Il silenzio sacrale profanato dal ritmo della costruzione.

Le tele si compongono sotto l’occhio dello spettatore coinvolto in un’esperienza mistica e sensoriale.

Caravaggio si sente, si assapora, si tocca, si respira, si vede.


La performance sui Tableaux Vivants “Per Grazia Ricevuta” affonda le radici in un’esperienza laboratoriale di svariati anni che pone al centro il corpo dell’attore.

Arrivare alla costruzione del quadro non è il fine; ciò che viene ricercata è una modalità di lavoro in cui il corpo è semplice strumento, un mezzo alla pari di una stoffa o di un cesto. Il singolo attore in scena compie azioni sonore, azioni inserite in una partitura musicale in cui ogni gesto è in funzione di una meccanica, di un ingranaggio in cui ciò che viene eseguito è strettamente necessario.

Nulla è lasciato al caso così come nulla è superfluo.

La dinamica della costruzione trova il suo equilibrio nella sospensione musicale di uno stop, nel fermo immagine di un’azione in divenire che costringe il corpo ad una tensione muscolare viva e pulsante.

In questa ricerca Caravaggio è stato per Teatri 35 un incontro provvidenziale, un veicolo di recupero della teatralità che ha permesso di trasformare il laboratorio in un atto scenico in cui il corpo,  colto nella sua intrinseca condizione di imperfezione, si mostra attraverso il pudico gioco tra luce e ombra che svela senza mostrare e rimanda senza ostentare.

Un taglio di luce, come quadri di Caravaggio, è arrivata a noi “Per Grazia Ricevuta”.


musiche

Pyotr Ilyich Tchaikovsky

(1840 - 1893)

 

Wolfgang Amadeus Mozart

(1756 – 1791)

 

 

 

 

Tomaso Albinoni

(1671 - 1751)

 

Jean Sibelius

(1865 – 1957)

Adagio per Quartetto d’archi e arpa

 

 

da Requiem in Re minore K 626

Introitus, Requiem aeternam

Kyrie

Lacrimosa

Dies irae

 

Adagio in sol minore

 

 

Valzer Triste